Lo scrigno tra le acque. Padiglione per l’esposizione dell’imbarcazione sabauda “Peota”

La “reggia galleggiante” sabauda, ultimo bucintoro settecentesco rimasto al mondo che per la sua inaugurazione impiegò un anno di navigazione dai cantieri di Venezia fino all’imbarcadero del Valentino, è rientrata nel mese di settembre del 2011 negli spazi della Reggia di Venaria per le ultime operazioni di restauro. Nel settembre del 2009 era stato indetto un concorso da parte del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale, poi revocato dallo stesso ente banditore, per verificare la possibilità d’inserire la Peota Reale Sabauda nello spazio della Peschiera Grande dei Giardini della Reggia. Pubblichiamo in questo post la soluzione progettuale proposta, in occasione del concorso del 2009, dallo studio carlorattiassociati – Walter Nicolino & Carlo Ratti.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

L’area prevista per l’inserimento di un nuovo padiglione in cui mostrare e conservare la Peota sabauda – la Peschiera Grande e l’adiacente area ad ovest utilizzata abitualmente per spettacoli all’aperto – pone un primo problema di relazione con un contesto unico provvisto di alti valori storici e paesaggistici. All’idea di creare una teca integralmente fuori terra, gesto che altererebbe sensibilmente la percezione dell’impianto consolidato degli spazi del Giardino Basso della Venaria Reale, si preferisce un intervento parzialmente ipogeo, più discreto e rispettoso del contesto, nonchè più idoneo ai fini conservativi della Peota sabauda.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

Il nuovo spazio espositivo, interrato di 10 m al di sotto del pelo d’acqua della Peschiera Grande ed emergente per appena 4 m, viene percepito dall’esterno come un elemento che galleggia sulle acque. La pianta quadrata, regolare ed allineata all’asse longitudinale della vasca, ricorda i disegni di ninfee che, appena a risalto, scandiscono oggi lo spazio e guidano l’occhio nel percepire distanze e proporzioni.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

La Peota svela la sua presenza tramite l’albero maestro che affiora dalle acque: elemento che cattura l’attenzione e invita l’osservatore a ricercare il percorso d’accesso, tramite cui scendere e scoprire l’imbarcazione adagiata sul fondo, come in una moderna darsena. Il nuovo scrigno per la Peota riprende alcuni aspetti scenici adottati nell’originario tempio di Diana, un tempo circondato dalle acque e caratterizzato da un complesso sistema di scale e terrazze, che forniva differenti viste del parco e della reggia. I nuovi percorsi del padiglione si articolano perciò in una discesa che si insinua tra le acque, fino ad arrivare in un luogo protetto dove svelare i preziosi dettagli del bucintoro sabaudo.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

Di fianco al lo spazio espositivo, un volume plastico, affusolato sul fondo a ricordare la chiglia di una nave, contiene i servizi di pertinenza dello spazio espositivo: un vano tecnico per le unità di trattamento aria, magazzini e laboratori per il monitoraggio e manutenzione della Peota, servizi pubblici e, sulla parte superiore, un ponte attrezzato con punto ristoro.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

La rampa di accesso, nel portare i visitatori verso l’entrata, pone il loro punto di vista a pelo d’acqua, per un’inedita osservazione della reggia, percepibile sia in lontananza, che riflessa. Una scala leggera, sospesa da cavi, permette l’accesso al piano di copertura, dove una gradinata crea un nuovo punto di osservazione del parco, nonchè un spazio per rappresentazioni, concerti e spettacoli all’aperto.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

A fianco, il lucernaio superiore, con una superficie di 130 mq, è schermato da celle fotovoltaiche laminate nel vetro che permettono una produzione energetica sufficiente ad alimentare l’intero impianto di illuminazione del padiglione. La copertura è dotata di una serie di ugelli che nebulizzano acqua, plasmando così una nuvola evanescente a coronamento dell’edificio, su cui è possibile proiettare immagini ed effetti di luce per evocare la forma e la presenza della Peota protetta nello scrigno pochi metri sotto.

© carlorattiassociati - Walter Nicolino & Carlo Ratti

L’intradosso del piano di copertura è invece rivestito a specchio, per riflettere lo spazio interno e quindi la Peota stessa. Il riflesso sull’acqua si fonde con i riflessi della reggia e dei giardini. L’altezza limitata dell’intervento non blocca la vista e la percezione degli assi prospettici dei giardini, ma anzi ne definisce un nuovo punto di osservazione. La lama d’acqua in copertura è percepita dagli spazi della Reggia e dai giardini, posti a quota più elevata rispetto alla peschiera, come un elemento in continuità che si dissolve e sfuma nelle acque. Il nuovo padiglione si pone in continuità con il dialogo virtuoso tra insediamenti archeologici e opere contemporanee che ha caratterizzato l’intero recupero della Reggia di Venaria.

Gallery

Credits

  • progetto > carlorattiassociati – Walter Nicolino & Carlo Ratti
  • design team > Walter Nicolino, Carlo Ratti, Giovanni de Niederhausern, Alberto Bottero, Andrea Cassi
  • consulenti > ONLECO-PROECO (Marco Filippi, Giuseppe Bonfante, Alessia Griginis), IEC (Marco Vigone, Paolo Vigone), STUDIO NIGRA C.A.W. (Valdemaro Nigra)
  • localizzazione > Venaria Reale, Torino
  • programma > edificio per esposizioni
  • cronologia > 2009
  • concorso > Progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva con prime indicazioni sulla sicurezza e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione per la realizzazione di un padiglione espositivo, destinato all’esposizione di una imbarcazione sabauda di epoca settecentesca denominata “Peota”
  • esito > progetto selezionato per la seconda fase

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