Casa della Memoria

© carlorattiassociati – Walter Nicolino & Carlo Ratti

Vision

La capacità di conservare il passato mentre lo si trasforma e lo si arricchisce di forme nuove è ciò che distingue il progresso dal semplice cambiamento. La Casa della Memoria intende sfruttare appieno le potenzialità delle nuove tecnologie senza nulla togliere a ciò che è stato faticosamente acquisito dalla storia. In primo luogo, conserva al suo interno la materialità degli archivi fisici di istituzioni storiche la cui missione è la documentazione del Secolo Breve nella città di Milano. Ma al tempo stesso la Casa della Memoria innesta sul tronco degli archivi cartacei e materiali la nuova pianta dell’archivio digitale e diffuso.

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La Realtà Aumentata è uno dei risultati più originali della rivoluzione informatica: proietta sulla realtà fisica il sapere accumulato negli archivi digitali e consente di vedere con i nostri stessi occhi nei luoghi in cui fisicamente abitiamo ciò che di essi sappiamo, le immagini vive del loro passato. La Casa della Memoria non è solo la sede di quelle Istituzioni e dei loro archivi: è anche un centro di innovazione permanente, in cui si lavora al progetto di costruzione della Realtà Aumentata nel luogo in cui sorge.

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La Casa è collocata in un quartiere – l’Isola – che è caro al cuore dei Milanesi ed è quasi un emblema dei valori della città, della sua operosità, della sua capacità di creare il progresso. Questo quartiere è oggi in una profonda e impetuosa trasformazione. Conservarne la storia negli archivi non è sufficiente. Come una lanterna magica, la Casa della Memoria proietta attorno a sé le immagini del passato nei luoghi stessi in cui gli eventi sono accaduti. Così il presente non distrugge il passato, ma lo conserva e lo rende visibile.

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Concept

Come il tronco di un albero, due spine verticali verdi contengono il vero e proprio sistema metabolico dell’edificio, rappresentato dalla distribuzione fisica dei flussi tramite scale e ascensori, dalle canalizzazioni per aria e fluidi, dalla stratificazione verticale dell’archivio-database.

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L’edificio è da considerarsi come la porzione iniziale, l’attacco a terra di una infrastruttura formata da due spine verticali verdi che nascono dal parco e da una serie di elementi abitabili nervati dagli archivi, che si innestano in orizzontale. L’effetto è quello di una città capovolta che sale in verticale – vera e propria infrastruttura che porta con sè il codice genetico per la sua potenziale crescita. L’infrastruttura verde si integra con quella digitale del nuovo archivio-database dinamico, aperto ed espandibile all’infinito.

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L’infrastruttura fisica, come prima possibile tappa ora ferma a 20 metri, culmina con folti arbusti di bambù grazie a cui spinge ogni giorno più in alto il limite dell’edificio, in una sorta di città verde che sale – giardino infinito che gareggia idealmente con i vicini grattacieli e metafora di una città che cresce in modo nuovo, senza cancellare né la realtà naturale, né il passato.

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Come rami di un albero, gli archivi stessi si protendono verso il parco e la città sorreggendo i moduli abitabili. Le grandi librerie-archivio diventano sistema strutturale e luogo di conservazione fisica per la memoria delle diverse associazioni.

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La digitalizzazione dell’archivio con la creazione di un database 2.0, dinamico, accessibile e aggiornabile, completa l’archivio fisico divenendone strumento di conoscenza e divulgazione. Il nuovo archivio digitale rende più facilmente fruibili i contenuti dell’archivio fisico; sulle vetrate come su tende magiche si può leggere la realtà circostante aumentata di nuovi contenuti; alla scala urbana si espande come una nuvola di dati che può essere captata dagli ormai diffusi smartphone e tablets. Questi strumenti diventano un filtro attivo per comprendere i fatti della storia direttamente dove sono avvenuti.

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Archivio fisico-archivio digitale

Il visitatore che, provenendo dal parco e dal quartiere, segue il percorso dell’edificio, attraversa un’esperienza che lo porta dapprima a toccare con mano l’archivio fisico e le tracce materiali lasciate dal passato, e poi a rivedere la città da una ben diversa prospettiva: sulle vetrate come su tende magiche può proiettare, a sua scelta, i contenuti dei documenti conservati e ogni altra immagine della città di Milano che i membri dello staff della Casa della Memoria avranno reso disponibile nel loro lavoro quotidiano di archivisti digitali. Le case dell’Isola al di là della strada, il parco e gli edifici moderni si animeranno allora di nuova vita: non più semplici segni del passato né inerti materiali contemporanei, saranno fondali attivi su cui la memoria si rende visibile.

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Il percorso non si esaurisce all’interno della Casa della Memoria. In tutto il quartiere circostante, gli strumenti digitali ormai a tutti disponibili, come i telefoni cellulari e i tablets, permettono di visualizzare le immagini diffuse dalla Casa e rivedere ogni cosa nello stato in cui si trovava in passato. Questi stessi strumenti rendono visibili i contenuti, digitalizzati, dei documenti conservati, senza doverli estrarre dai loro scaffali, filmati di altre epoche, storie narrate dai cittadini che vorranno lasciare alla Casa della Memoria le loro testimonianze – monumenti digitali di un passato che non si cancellerà con loro.

Gallery

Credits

  • progetto > carlorattiassociati – Walter Nicolino & Carlo Ratti
  • design team > Walter Nicolino, Carlo Ratti, Samuel Colle Dominguez Maldonado, Kristina Drapic, Marco Santambrogio, Carlo Micono, Pietro Leoni, Andrea Galanti, Alberto Bottero, Giovanni de Niederhausern, Andrea Cassi
  • consulenti > Flavio Pollano (agronomo e paesaggista)
  • localizzazione > Milano
  • tipologia > edificio per esposizioni
  • cronologia > 2011
  • concorso > Casa della Memoria a Milano
  • esito > progetto finalista

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