L’edificio uffici è caratterizzato da una parte dai suoi caratteri formali ed architettonici e dall’altra dalla sua organizzazione funzionale. I caratteri formali ed architettonici derivano fortemente da un inserimento attento ed equilibrato con il contesto locale, legato al quartiere fisico, alle risorse naturali del sito e limitrofe ai collegamenti, alle atmosfere delle diverse zone del quartiere e alla loro potenziale interazione con la realizzazione del complesso. Con il contesto urbano, l’intervento si colloca quindi in una mappa mentale dei torinesi in quanto grazie al centro culturale e alla formazione, porta con se ricadute artistiche, di vitalità e di leasure, che sarebbe rafforzata da un’ipotesi di riqualificazione del LungoDora e dalla creazione di un’infrastruttura per piccoli locali lungo il fiume, un eventuale parcheggio interrato e nel contempo la realizzazione di interventi atti a migliorare lagestione dell’argine rispetto ai problemi di esondazione della Dora. Un lungo fiume vitale con infrastrutture per il giorno e la sera, piste ciclabili, zone verdi lungo l’acqua, piccoli spazi per la ristorazione e l’intrattenimento, supportato dalla presenza della metropolitana, che offre un fondamentale miglioramento dell’accessibilità alla zona, il riordino degli spazi pubblici, degli slarghi, e delle piazzette lungo via Bologna.
L’edificio uffici ha quindi due anime, un’anima urbana e un’anima più intima, “naturale”. L’anima urbana si plasma con il contesto regolare dell’isolato e dialoga con il contesto attraverso il velo del frangisole in mattoni cangiante a seconda dell’esposizione degli spazi interni, delle preesistenze storiche, e delle viste che si intendono privilegiare; l’anima interna è quella della collina sul tetto, dell’elemento naturale su cui si affacciano gli spazi interni attraverso le “piazze-serre” e che diventa parte integrante degli uffici sia da un punto di vista visivo, sia in quanto diventa un luogo per una pausa, per un momento di relax, o per una telefonata di lavoro, ed aumenta la qualità di vita e di conseguenza di lavoro della “popolazione Lavazza”.
L’ inclinazione del tetto verde, il suo diventare collina, permette un ottimale affaccio attraverso le serre e le piazze delle zone uffici organizzate a balconate decrescenti.
I primi tre piani sono i più estesi e sono concepiti come gli spazi operativi in cui gli uffici si articolano in zone con uffici tradizionali, zone con open space, spazi di relazione. L’architettura dell’edificio crea molteplici occasioni di arredare gli spazi creando zone più dense di uffici chiusi e zone più rade con spazialità più ricche e inaspettate. Gli affacci da un piano all’altro creano una ricchezza spaziale delle zone pubbliche di open space, e permette in altre aree di trovare la tranquillità e la concentrazione di un ufficio chiuso.
La stessa dicotomia che si coglie tra l’esterno urbano “rigido”, e l’interno “naturale” fluido, si riverbera anche nelle possibilità interpretative degli spazi interni, in cui verso ilmuro esterno “rigido” si possono organizzare gli uffici più tradizionali, regolari mentre le fluidità delle serre e delle balconate è ideale per gli open space e le postazioni multiutente. Anche le zone laboratori sono state individuate prevalentemente lungo il fronte urbano di via Ancona, ma si sviluppano lungo l’intero piano terra pur senza evidenziare una rigida separazione dalla parte degli uffici.
Al piano terra legate all’atrio e alla piazza Lavazza, si trovano gli spazi di relazione tra interno e esterno, gli showroom, e dall’atrio una grande rampa porta al primo piano degli uffici veri e propri.
Il primo piano è ugualmente inteso come spazio di uffici operativi, articolabili in diversi gruppi catalizzati attorno alle diverse “piazze”, ed è connesso con continuità con il secondo piano, sempre operativo dove troviamo anche la zona mensa. La zona mensa si trova leggermente defilata rispetto all’organizzazione spaziale degli uffici, ma risulta facilmente raggiungibile da tutti. La mensa si trova in particolare sulla porzione di fabbricato su via Bologna al di sopra dell’ingresso di piazza Lavazza, e collega da un lato l’edificio del Centro Culturale, in particolare le cucine del suo ristorante, che potrebbero quindi offrire un servizio di catering anche alla mensa della Lavazza, rendendo superflua una dotazione di una cucina propria. Dall’altro lato, oltre un accesso al tetto giardino, la mensa ha anche un accesso alla terrazza sopra il Centro Benessere, come possibile dehors. Un percorso privilegiato collega direttamente anche il piano dirigenziale alla zona mensa lungo una passerella vetrata che cinge l’asilo.
Il terzo e il quarto piano sono infine rispettivamente il piano dell’Amministratore Delegato e delle dirigenza Lavazza, e il quarto piano è destinato alla famiglia Lavazza. Il terzo è un piano operativo, in cui il management al completo può tenere le riunioni ed elaborare le strategie dell’azienda, avendo d’altra parte una connessione diretta con tre piani operativi, come dalla cabina di comando di una nave. Si intrecciano a questo piano anche sguardi verso il tetto collina, verso il basso, nell’atrio d’ingresso (dalla zona del paradiso), insomma spazialità articolate e sorprendenti che rendono scultoreo lo spazio interno di relazione e di incontro, mentre gli uffici privati sono rivolti verso la città. Gli uffici sono affacciati su una vetrata continua con vista verso la città attraverso il velo di mattoni del triage. Il triage è studiato in modo tale che la visione dall’interno risulti aperta, seppur schermata dall’irraggiamento diretto per le zone uffici. Le vetrate sono distanziate dal triage da una passerella esterna accessibile per la manutenzione delle vetrate e del triage, e per la manutenzione delle piante perdifoglie o da esterni che vi possono crescere.
Il quarto piano infine, è quello della famiglia Lavazza che si affaccia sul tetto collina con i diversi uffici privati e con un open space per la segreteria al quale si accede, oltre che mediante un normale sistema di scale e ascensore, anche con un ascensore speciale che dall’atrio porta direttamente al “paradiso Lavazza”.Sulla punta è presente una sala per le riunioni con il management. L’affaccio al tetto collina porta anche ad una grande terrazza, unico spazio formalizzato della collina, mentre il resto della collina è più informale e naturale ad evocare l’atmosfera del campus.
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Caro Arturo,
per questo tipo di informazioni ti consiglio di rivolgerti direttamente allo studio vincitore del concorso per la nuova sede della Lavazza (Cino Zucchi Architetti di Milano).
A presto,
Davide