Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo

mybooknotes | davide tommaso ferrando

Ho l’abitudine di scrivere sui libri che leggo, riassumendo e a volte commentando i passaggi per me più rilevanti sulle loro prime pagine, normalmente lasciate bianche o quasi, così da poterli ritrovare facilmente. Quanto segue è ciò che ho annotato all’inizio di Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo, di Nicolas Bourriaud (Postmedia Books, 2004). 

Codex Seraphinianus

Note

p.7 |I concetti di originalità e creazione spariscono nel nuovo panorama culturale segnato dalle figure gemelle del DJ e del programmatore, il cui compito è selezionare oggetti culturali e includerli in nuovi contesti|

p.13 Che fare di nuovo VS che fare con quello che ci ritroviamo

p.13 “post” segnala una zona d’attività, un’attitudine

p.14 |Inventarsi protocolli di rappresentazione per tutti i modelli e le strutture formali esistenti. ||semionauti|| che producono percorsi originali tra i segni| *editing*

p.14 L’opera non è il punto terminale del processo creativo ma un generatore di attività

p.18 ||L’uso è il grado zero della postproduzione||

p.18 ||L’appropriazione è il primo stadio della postproduzione||

p.25 Levi-Strauss: ||artisti crudi e cotti||

p.29 L’arte tende a dare forma e peso ai processi più invisibili. Ridare forma a ciò che sta scomparendo davanti ai nostri occhi

p.30 |Cercando di frantumare la logica dello spettacolo, l’arte ci restituisce il mondo come esperienza da vivere|

p.33 Le opere appartengono al mondo

p.33 |detournement: uso politico del readymade|

p.35 Le opere d’arte non sono più percepite come ostacoli ma come materiale da costruzione

p.40 La fine del telos modernista apre nuovi spazi di riflessione

p.42 Riattivazione e DJing nelle forme visive come reazione alla sovraproduzione o inflazione delle immagini

p.43 La nostra società è strutturata da |narrative/scenari immateriali|

p.44 L’arte propone altri percorsi nella realtà con l’aiuto delle stesse forme che materializzano le narrative imposte

p.83 [eclettismo]

p.83 |Ognuno di noi si vede identificato dalla sua personale strategia di consumo dei segni -> identità| (!)

p.84 La teoria moderna dell’arte esclude i paesi non-occidentali in quanto non storicizzati e dunque non scientifici

p.87 Passare dalla cultura del consumo alla cultura dell’attività. Dalla passività verso i segni a disposizione a pratiche che ci responsabilizzino -> boicottaggio. manipolazione. pirateria

p.87 ||Che nessun segno resti inerte. Che nessuna immagine sia considerata intoccabile||

p.89 |Nella vita di tutti i giorni incontriamo fiction, rappresentazioni, forme che nutrono un immaginario collettivo dettato dal potere. L’arte, invece, ci presenta delle contro-immagini che mettono in questione la forma sociale| <3

 

Legenda

[ ] definizione

| | importante

|| || molto importante

* * commento

(!) interessante

-> in relazione con

<3 love it

 

Illustrazione

Luigi Serafini, Codex Seraphinianus, 1976-78

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