Questo progetto affronta un dilemma.
Un appartamento al terzo piano di un palazzo della fine del XVII secolo, è la nuova casa di uno dei soci di MARC. Richiede una ristrutturazione completa, per adattarsi all’uso “intensivo” della famiglia, diventata numerosa.
Può una casa essere “calda” come richiede la famiglia, senza perdere chiarezza? Può essere “accogliente” restando allo stesso tempo razionale e flessibile? Forse, se si rinuncia a ossessioni formali.
Il progetto libera da ogni intervento recente i tre grandi ambienti originari, scoprendone i ricchi soffitti decorati in legno. Concentra diverse nuove funzioni (due bagni, una stanza/vasca da bagno, una lavanderia, una stanza da letto, uno spogliatoio) all’interno di tre densi volumi di altezze diverse, lasciando aperti i corridoi, la cucina, il soggiorno e la stanza dei bambini.
Il progetto cerca però di attenuare l’usuale contrasto fra nuova architettura e ambienti antichi: tutte le pareti sono trattate allo stesso modo, con intonachino ruvido, senza soluzione di continuità fra vecchio e nuovo. I volumi nascono dai muri esistenti invece di presentarsi come oggetti estranei.
Solo piccoli dettagli li distinguono dal resto.
Le nuove costruzioni si concentrano in due dei tre ambienti originari. Il grande soggiorno, invece, è lasciato appositamente libero, quasi vuoto, per giochi, corse e feste.
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