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II nuovo Tempio di cremazione di Parma è ubicato a nord dell’antico Cimitero di Valera, tra questo e la tangenziale recentemente realizzata, circa un chilometro a ovest della città.
Da una parte la città e la Via Emilia, dall’altra la campagna e l’abitato di Valera, segnano i riferimenti di un paesaggio storicamente caratterizzato dall’ordine centuriale della colonizzazione romana e dalla fondamentale viabilità altomedievale: una civiltà ancora leggibile in filigrana o in superficie nei rinvenimenti della Domus romana, nel tracciato delle strade e dei poderi, nell’architettura romanica delle chiese di Vicofertile, S. Pancrazio, S. Croce.
Il Tempio emerge all’interno del recinto, visibile da lontano e a chi percorre la tangenziale, come un grande elemento basamentale, preceduto da due spazi coperti alle estremità, analoghi a sud e a nord, verso Valera e verso Parma. Quale frammento tagliato, ospita e sospende nel tempo il rito del passaggio, rendendolo un unico grande simbolo urbano, quasi altare, in cui la città celebra, in modo incessante, la memoria di sé attraverso la memoria dei suoi morti. Il rapporto tra i due recinti, antico e progettato, e quello tra essi, la campagna e l’abitato di Valera, costituisce il primo tema affrontato dal progetto.
Il nuovo recinto, un recinto fatto di spazio architettonico perché pensato come un muro porticato e abitato dai cellari che ospitano le polveri, contiene, in un percorso ininterrotto, il rapporto tra vita e morte, fissandone la lettura nel senso di una continuità ideale della vita. In forma di un grande rettangolo la cui giacitura si attesta a fianco del cimitero esistente il porticato, al quale si accede dall’area a parcheggio posta sul lato più stretto, secondo l’uso attuale del cimitero esistente, abbraccia i momenti del percorso stabilendone una gerarchia precisa, il cui medium architettonico è il Tempio vero e proprio, collocato al centro delle due dimensioni.
Quest’ultimo segna, anche spazialmente, i tempi del rito, tra esterno e interno, dividendo, in un percorso processionale, la zona dell’accoglienza del defunto e dei famigliari, posta in prossimità dell’ingresso, da quella del Giardino di aspersione delle ceneri, collocato dopo gli spazi di commiato e di cremazione, caratterizzandosi per due facciate analoghe a Nord e a Sud, quasi due sezioni che consentono di ricavare altrettanti spazi aperti e coperti.
La pianta dell’edificio è segnata da due grandi quadrati, tra loro collegati attraverso un quadrato di dimensione inferiore. Il primo quadrato è costituito dalla grande Sala del Commiato, illuminata da una sorgente di luce centrale e occupata soltanto dalle colonne sulle pareti e dall’ambone riservato all’orazione.
Una alta porta posta sulla parete di fondo costituisce il varco di transizione della salma verso il secondo quadrato, di dimensione inferiore, camera di luce illuminata zenitalmente, completamente vuota. La salma così scompare nella luce. Il terzo quadrato è costituito dal crematorio vero e proprio, in cui il corpo viene bruciato. Tutti gli ambienti di servizio sono ricavati sui lati.
L’attraversamento, con la sua ritualità interna, segna la gerarchia spaziale dei diversi momenti, peraltro continuamente ricomposta dal portico del recinto, che sarà completato negli anni con gli accrescimenti del Cimitero e avvolgerà in un percorso infinito.
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