poetica

[omissis] | davide tommaso ferrando

La poetica è costruzione necessaria che cerca direttamente la verità.

La rivelatrice distinzione formulata da E. G. Lessing tra poetiche e arti ci aiuterà a discernere la modernità dal modernismo. La poetica è costruzione necessaria che cerca direttamente la verità e, a volte, durante il percorso incontra la bellezza nello spazio-tempo. L’arte è rappresentazione che cerca direttamente la bellezza nello spazio. Sebbene raramente trovi la bellezza, essa coincide sempre con il mercato. Così, per il vero poeta la bellezza non è una virtù della sua opera; è piuttosto una ricompensa per la sua costruzione di verità. La grande musica – così come il cinema e l’architettura (che hanno a che fare con lo spazio temporale e l’azione) – appartengono alle discipline poetiche e, di conseguenza, antiartistiche. […]

L’artista può costruire oggetti, artefatti o aggeggi, realizzare felici invenzioni, usare le proprie intuizioni ed essere originale. L’artista lavora per i sensi e i sentimenti. L’artista può tollerare la confusione snob tra ciò che è interessante e ciò che è importante, o quella tanto comune tra la mediocrità e l’eccezionalità. L’originalità può essere per le arti un valore artistico autonomo e di una certa efficacia semiotica. […] L’architettura originalista – essendo contaminata dall’arte – è solita produrre ridicoli plagi. Il buon architetto […] lavora per il cervello e l’intelligenza. Per questo motivo – similmente al chirurgo oculista – non interviene con capricci ingegnosi, «originali» o suggestivi, ma avanza lungo linee di ricerca […]. L’immaginazione artistica non è mai libera dall’ideologia […]. L’emozione necessaria, al contrario, è l’emozione di gran lunga superiore dell’intelligenza e della razionalità: l’immaginazione delle migliori poetiche. […]

L’arte riguarda pochi, anche se le sue ragioni risiedono al di fuori dell’opera. La poetica, invece, introduce la sua ragione e funzione all’interno dell’opera, nella struttura o nel senso costruttivo. Perché la poetica riguarda tutti, indipendentemente dal fatto che essa si alimenti degli interessi interni della propria opera e sia tanto più di qualità quanto più è autologica. L’artista può rendere fertile il proprio individualismo però, al contrario, il poeta costruisce sempre opere collettive… come l’architetto. […]

Per la poetica (architettura) il grande obiettivo consiste nella più stretta identità interna e autotelica tra espressione e argomento: tra soggetto e oggetto. L’ottima struttura può sintetizzare la forma materiale con il senso, con il destino, con il contenuto o la funzione. Per questo motivo, autocoerenza, autocongruenza e autoconsistenza saranno le parole che ci aiuteranno a misurare l’intensità o prima qualità poetica di un’opera. Indipendentemente da quanto affermato da Kant […] nell’architettura il noumeno essenziale e il fenomeno esistenziale non sono separati. Nei migliori e rari esempi di architettura attuale non si trovano un’essenza da un lato e un’apparenza dall’altro; entrambe sono la stessa realtà materiale. […] Non ci sono essenze, solo strutture, materie e apparenze (vere o false).

L’arte cerca la bellezza ideale fuori di sè; la poetica trova la verità materiale che le è propria. La poetica si alimenta della propria autocoscienza. […]

L’ingegner Perret ci ricorda che l’architetto è il poeta che pensa in costruzione. La poetica, come l’architettura, non cerca la bellezza: con sdegno la mette da parte. Ripetiamo: Arte e Bellezza non sono altro che remote conseguenze – gradevoli però non cercate – dell’architettura.

ANTONIO MIRANDA, A todos los becarios de la reina. Ocho ensayos de estética civil, Biblioteca Nueva, Madrid 2011, pp. 70, 125, 127-28, 131-32, 142-43.

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