Progetto e Utopia

mybooknotes | davide tommaso ferrando

Ho l’abitudine di scrivere sui libri che leggo, riassumendo e a volte commentando i passaggi per me più rilevanti sulle loro prime pagine, normalmente lasciate bianche o quasi, così da poterli ritrovare facilmente. Quanto segue è un adattamento per il web di ciò che ho annotato all’inizio di Progetto e Utopia, di Manfredo Tafuri (Laterza, 2007). 

Codex_01

Note

p.8 Laugier e la città come foresta

p.10 George Dance il Giovane – progetti per Londra (città/foresta)

p.11 Richiamo alla natura come “scappatoia” – copertura ideologica

p.16 Boullée. Non sogni irrealizzabili ma modelli sperimentali di un nuovo metodo di progettazione

p.18 Campo Marzio: l’ossessivo reiterarsi delle invenzioni trasforma l’intero organismo urbano in una gigantesca macchina inutile

p.34 L’immagine di Washington

p.42 Città come prodotto tecnologico e architettura come momento di una catena produttiva

p.47 La virile accettazione del destino (la mercificazione)

p.51 Idee trascendenti armoniosamente integrate con la visione prevalente dell’epoca

p.57 Una dialettica che si fondi sul negativo (l’ideologia delle avanguardie storiche)

p.74 [Folla] (Walter Benjamin)

p.78 Città come unità produttiva e come strumento di controllo del ciclo produzione-distribuzione-consumo

p.80 [Blasé]

p.83 Un eccesso di verità raggiunto con un’elaborazione formale profondamente critica rende una realtà particolare, universale

p.91 La pianificazione rimanda a un coordinamento pianificato della produzione

p.99 Hilberseimer: sparito l’oggetto, quello che conta è l’organizzazione

p.107 Aura

p.109 Antiurbanità delle Siedlungen

p.110 L’ideologia antiurbana

p.115 Impresa produttiva > Industrializzazione e tipologia
CIAM > Politica
Configurazione formale > Pubblico soggetto attivo del consumo

p.120 La lettura disattenta delle immagini urbane conduce a una persuasione occulta

p.125 La crisi dell’architettura moderna inizia nel momento in cui il grande capitale industriale ne supera l’ideologia di fondo, mettendone da parte le sovrastrutture

p.126 La ritirata. La critica contemporanea va accumulando sintomatiche invenzioni ideologiche

p.130 Radicals: design underground reso istituzionale e immesso in un circuito di élite

p.133 Per reggere lo spazio metropolitano, l’architettura sembra obbligata a divenire il fantasma di se stessa

p.140 Lo sviluppo dei linguaggi cibernetici rappresenta un tentativo di dominio del capitale sull’universo dello sviluppo

p.144 Svuotare i segni di significato e articolarne le relazioni infrangendo sistematicamente il codice dato

p.145 Una volta inserita materialmente nei meccanismi dell’universo produttivo, l’architettura vede seriamente compromesso il proprio carattere sperimentale

p.146 [Obliquità]

p.148 L’assorbimento nella critica da parte dell’arte corrisponde da sempre all’annullamento della critica stessa

p.149 L’uso capitalistico del territorio assegna all’architettura un ruolo marginale e sovrastrutturale

p.153 Espulsa dallo sviluppo, l’architettura si rivolta contro lo sviluppo stesso: sotto la forma della contestazione, essa tenta il proprio recupero estremo

p.154 Uno strutturalismo conseguente può solo descrivere l’esatta dimensione della funzionalità dell’architettura nell’universo dello sviluppo capitalistico

p.155 La città come struttura pubblicitaria e autopubblicitaria. Come insieme di incessanti messaggi. Immergere il pubblico nell’immagine dello sviluppo

p.157 Portare alla luce le caratteristiche specifiche di un’ideologia e valutarne la funzionalità rispetto ai fini che le forze dominanti si propongono

p.167 Il declino della professionalità dell’architetto

p.168 Una coerente critica marxista dell’ideologia architettonica

p.169 La crisi dell’architettura moderna è crisi della funzione ideologica dell’architettura

 

Legenda

[ ] definizione

> in relazione con

 

Illustrazione

Luigi Serafini, Codex Seraphinianus, 1976-78

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