Il libretto rosa di ma0. Teoria e pratica del realismo utopico

books | giovanni corbellini

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Non so se i giovani che si avviano sulla strada dell’architettura, cui questo volume è principalmente dedicato, saranno in grado di cogliere l’ironia di un titolo tanto divertente quanto preciso. Per noi che eravamo bambini negli anni sessanta, il fondatore della Cina comunista Mao Zedong (o Tse-tung, come si scriveva al tempo) era una figura presente, insieme familiare ed esotica, tanto curiosa quanto inquietante. Le Guardie rosse che impugnavano orgogliose il Libretto rosso – raccolta di citazioni del “Grande timoniere” a uso rivoluzionario – alimentavano la fascinazione infantile per divise e gesti identitari. Fascinazione che ha poi accompagnato un numero non trascurabile di seguaci nella complicata geografia della sinistra extraparlamentare italiana ed europea di quegli anni.

concorde_concept_2_bn_tSection d’Or. Concorso per un centro culturale, residenze studentesche e spazi pubblici a Vernier, Ginevra 2014-15

Scottata dall’eccesso di dogmatismo che caratterizzava un dibattito politico pervasivamente proiettato su ogni altra manifestazione di pensiero e azione, la generazione di Alberto Iacovoni e mia ha abbracciato un approccio più ibrido, scettico rispetto alle certezze dell’agitazione rivoluzionaria, e teso a riconoscere e costruire verità più locali e contingenti. Il passaggio dal rosso al rosa, dalla nettezza di un colore fondamentale a una sua versione diluita, sfumata, descrive quindi l’intenzione di unire la radicalità dell’utopia con l’intento di ricavarla dall’interpretazione della realtà, allo scopo d’incidere pragmaticamente sulla sua trasformazione. L’attitudine ludica dei lavori di ma0, esplorata da Alberto anche in alcuni libri, si nutre di simili opposizioni, consapevole che intervenire su ciò che esiste significa tuffarsi in un gioco complesso tra fattori, attori, necessità e desideri in tensione mutevole. Anche questo manuale di autoaiuto progettuale sfrutta l’oscillazione tra piani differenti, mischia citazioni a testi originali, scrittura e immagini, un’introduzione teorica e una serie di consigli pratici che ci portano direttamente nella “cucina architettonica” del gruppo romano senza dimenticare le ragioni che la fanno funzionare.

aalto_campus_hall_tThe Butterly Effect. Aalto Campus Competition 2013, progetto

Il disorientamento determinato dallo sgretolarsi dei diversi sistemi di autorità che indirizzavano l’azione del progetto e la valutazione dei suoi esiti (la storia, il moderno, il progresso, i maestri e i loro linguaggi…) è quindi una condizione inevitabile, ma anche una pratica liberatoria e sorprendente, in cui avventurarsi con l’ottimismo di chi aspira a una continua reinvenzione del proprio sguardo, degli strumenti che lo sostengono e dei risultati che produce. La dissoluzione dei pregiudizi disciplinari che ne è insieme premessa e conseguenza investe anche le formule eufemistiche che, nel nostro gergo di architetti, dissimulano cattive coscienze o tentativi di seduzione verso la correttezza politica. Gli autori riconoscono con disarmante sincerità che sì, in effetti, ci occupiamo di forma (anche se continuiamo a dirci inorriditi dal “formalismo”) e non si dà architettura senza pensiero sui confini che gestiscono la transizione tra condizioni differenti (nonostante l’amore incondizionato che dichiariamo per l’“apertura”). Allo stesso modo non hanno timore di affidarsi a parole e questioni lise o abusate. La “comunicazione”, ad esempio, riportata alla sua affinità con l’architettura – entrambe “mettono in comune” – assume un significato strategico dentro i processi di progetto e nelle pratiche narrative che li attraversano. “Raccontare una storia” è insieme obiettivo e dispositivo del metodo progettuale di ma0: nell’oralità del confronto nello studio, nel confronto con le condizioni di realtà, nell’organizzazione discorsiva del progetto, nella sintesi testuale del concept, nell’interazione sempre cercata con le persone. Si comprende quindi come alcune caratteristiche più autoriali dell’essere architetto – il talento individuale, la sensibilità materiale, la ricerca induttiva sul dettaglio… – tendano a rimanere sullo sfondo di un’architettura concepita come pratica sociale, fondata sulla collaborazione e lo scambio in tutte le sue fasi. Gli strumenti informatici ne sono ovviamente protagonisti, per il loro potenziale di manipolazione dell’informazione e per il ruolo fondamentale che svolgono nel processo di progettazione. Essi sono tuttavia gestiti con un’attitudine “analogica”, propria di una generazione formatasi nella transizione verso il digitale, capace di apprezzare e rendere operativa l’umanità dell’imperfezione.

ma0_piazza_risorgimento_montaggio_tSitting around. Piazza Risorgimento, Bari 2002/05

In un momento nel quale il campo allargato delle arti e dell’architettura internazionale assiste a un prepotente ritorno del politico e le sue declinazioni più dogmatiche guadagnano consensi, il libretto rosa ci invita a un sano esercizio del dubbio e a cercare nel progetto, persino nei molti vicoli ciechi nei quali ci conduce, le sorprese che costituiscono la sua ragione fondamentale e la felicità della sua pratica.

Viva le Guardie rosa!

Autore
Giovanni Corbellini (1959), architetto, critico e docente di progettazione e teorie all’Università di Trieste, è autore di numerosi saggi, tra cui: Ex libris. 16 parole chiave dell’architettura contemporanea (2007, riedito da LetteraVentidue nel 2015), Bioreboot. The architecture of R&Sie(n) (Princeton Architectural Press, 2009) e Le pillole del dott. Corbellini (LetteraVentidue, 2010, tradotte in francese nel 2012).

Info
titolo > Il libretto rosa di ma0. Teoria e pratica del realismo utopico
autore > Alberto Iacovoni, Domenica Fiorini
casa editrice > Libria
pagine > 240
anno > 2016
prezzo > € 18,00

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