[omissis] | davide tommaso ferrando
Acqua, terra, aria sono gli elementi primi, imprescindibili, su cui misurare i progetti di suolo-paesaggio e con i quali misurarsi.
Il suolo, assunto nell’estensione della superficie terrestre, diaframma tra un sopra e un sotto e spessore vivente, diventa per forza di gravità il testo delle nostre trasformazioni, non pretesto per la dislocazione di dispositivi formali.
Materia su cui agiscono direttamente le nostre trasformazioni attraverso azioni che cavano, contengono, corrugano, dividono, imprimono, incidono, livellano, perforano, piegano, prolungano, riportano, rivestono, scavano, scolpiscono, sfaldano[1], sotto l’azione di forze di cui regoliamo l’intensità e la quantità, il suolo si presta oggi quale luogo privilegiato attraverso il quale riorganizzare forma e modi della vita collettiva, recuperando reti e continuità dello spazio aperto.
I differenti gradi e modi di resistenza dei suoli alle nostre azioni ne rivelano la materia di cui sono composti e contemporaneamente ne condizionano la forma della trasformazione che si presta pertanto a reagire alle mutate condizioni di un luogo.
Molte opere di land art e di earth work si sono misurate su questi aspetti cercando di disvelare e rendere visibile la materia costitutiva gli spessori superficiali e profondi di un determinato suolo. […]
Riequilibrio del rapporto tra permeabilità e impermeabilità delle superfici, gestione e depurazione delle acque meteoriche e superficiali, regolazione del surriscaldamento delle superfici, riduzione dell’inquinamento dell’aria e dei suoli, etc., sono requisiti ineludibili nei processi di ridefinizione degli spazi, tanto quanto le caratteristiche delle forme, degli elementi e delle superfici che costituiscono gli spazi aperti, da cui ne sono inevitabilmente condizionati.
In tal senso il progetto della superficie apre possibilità e nuovi campi di sperimentazione su materiali, configurazioni, assetti spaziali e temporali delle procedure di ridefinizione degli spazi aperti, quale strumento di regolazione e talvolta di ricostruzione di condizioni e qualità dei suoli, nel tempo alterate, e al contempo quale “pelle visibile” delle trasformazioni, in grado di restituire qualità materia ed estetica agli spazi. […]
Acqua, terra, aria sono gli elementi primi, imprescindibili, su cui misurare i progetti di suolo-paesaggio e con i quali misurarsi.
[1] LUIGI COCCIA, L’architettura del suolo, Alinea, Firenze 2005, pp. 43 e ss.
LAURA ZAMPIERI, Per un progetto nel paesaggio, Quodlibet, Macerata 2012, pp. 65-66.
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Lascia un commento