CoExistence

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La maggioranza degli schemi di rigenerazione urbana attuabili fallisce nel riconoscere la profonda ambivalenza della città contemporanea (economia globale vs fruitori locali) e l’atteggiamento mentale schizofrenico che ne sottintende la produzione. In questo contesto, le città post-socialiste, come Zagabria, non costituiscono eccezione; le continue sovrapposizioni e giustapposizioni, sia di strutture fisiche che di gerarchie sociali, non permettono di cogliere appieno l’essenza dell’ essere cittadini nel mondo globalizzato. Ma nascosti dietro le luccicanti facciate dei supermercati, o le tende dei grattacieli per uffici, si possono ancora riconoscere i componenti fondamentali di ogni città, ovvero persone e comunità (di persone). Lunga e snervante è l’attesa di azioni urbane che le riconoscano e valorizzino.

Troppo spesso la contaminazione di lobby politiche e capitaliste determina il destino di grandi porzioni della città: il coinvolgimento e la rigenerazione “dal basso” rimangono, nella maggior parte dei casi, miti da poter studiare all’università. Al di là di rari esempi virtuosi, il dislocamento industriale, le consistenti immigrazioni e una generale perdita di valore del lavoro, generano sistemi urbani incontrollati e rigenerazioni deboli, disarticolate.

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Zagreb e il Badel block offrono l’occasione perfetta per implementare un modello alternativo di rigenerazione urbana, che sia contemporaneamente sensibile alle condizioni locali e aperto a dinamiche economiche extra-territoriali: uguaglianza ed effetto bilanciante sono le qualità-chiave della strategia che chiameremo Coexistence.

Noi crediamo fermamente che il termine rigenerazione implichi una visione naturale ed evoluzionistica dell’essere urbano: fin tanto che assimiliamo ogni spazio urbano ad un organismo vivente, capiremo come questi operino in sistemi complessi e fluttuanti, ed al tempo stesso siano influenzati da forze esterne e pressioni interne, ognuna con le proprie peculiarità. Da cui, studiare e capire la realtà di queste ecologie urbane deve diventare la forza-guida nella trasformazione della città.

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Tre elementi base costituiscono l’ecologia di Badel: le archeologie industriali (ovvero gli spazi dell’antica distilleria), i blocchi residenziali sul limite nord dell’isolato e le basse strutture di superfetazione che interconnettono le prime due parti. Prima e fondamentale azione della strategia di Coexistence è riconoscere e sfruttare le potenzialità latenti di questo ecosistema urbano. Quando la realtà è più intrigante e complessa di qualsiasi cosa si riesca ad immaginare, allora è impossibile evitare di lavorare direttamente con essa.

Noi non misureremo la capacità del lotto/isolato in termini di metro quadro per consumatore (come nel senso tradizionale della rigenerazione urbana), ma come ottimizzazione delle risorse costruite esistenti (attraverso una ristrutturazione prudente dei fabbricati) ed un limitato e coordinato upgrade volumetrico.

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Seguendo un’idea di equità delle superfici (in termini sia di potenziali utenti –per chi- sia di percentuale di suolo per macro-strategia –quanto-), la strategia di Coexistence agisce lungo due binari paralleli:

Approccio Top_Down

Una parte dell’isolato di Badel viene integrato in un circuito di sviluppo guidato dalle forze tradizionali del mercato (e dai promotori immobiliari) così da garantire la sostenibilità del processo di rigenerazione nel breve periodo: la prima regola aurea fa coincidere il massimo profitto al massimo volume costruibile. Ecco perché le vecchie strutture industriali della fabbrica di Gorica devono essere completamente ristrutturate ed ampliate il più possibile (rispettando gli involucri esistenti, le facciate, i solai e gli elementi distributivi). Questi spazi rinnovati sono destinati ad attività di produzione culturale e del settore alberghiero, mentre due nuovi volumi per attività commerciali e di svago devono essere posizionati assecondando gli assi e le altezze esistenti.

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La seconda regola aurea dice che una percentuale pre-determinata dell’investimento previsto viene destinata all’applicazione di strategie bottom_up (vedi sotto): questa è la ragione per cui gli investitori privati ed istituzionali  dovrebbero puntare a scelte architettoniche sostenibili (materiali e tecnologie) per ottimizzare i costi di costruzione: ad esempio, si devono evitare grandi spazi interrati la cui costruzione ha una altissima incidenza sui costi di trasformazione urbana; infatti, si va da 15-25.000 Euro/per piano nel caso di parcheggi interrati a 3-10.000 Euro/per piano nel caso di parcheggi multipiano fuori terra.

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Nella strategia top_down il ruolo della municipalità di Zagabria è quello di attrarre il maggior numero possibile di investitori privati e supervisionare il processo di concertazione tra le parti (mentre il controllo sui singoli interventi può essere largamente delegato ad ogni appaltatore). Nel caso delle funzioni più culturali (ex. Gorica Culture Factory), il Comune partecipa al finanziamento di alcune delle attività di interesse pubblico (ex. teatro ed auditorium).

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Approccio Bottom_Up

La seconda azione della strategia di Coexistence consiste nel lasciare una porzione rilevante delle strutture definite di “superfetazione” nelle mani di una comunità di cittadini che dovrebbe nascere “dal basso”, così da innescare una trasformazione a lungo termine. Per questo motivo la prima mossa concreta è costituire una sede per incontri aperti ed informali (Badel Brain) in cui cominciare un processo di partecipazione che coinvolga il maggior numero possibile di cittadini interessati alla trasformazione di Block Badel (l’obiettivo potrebbe essere quello di stabilire una NGO in grado di coordinare e supervisionare la redistribuzione-rifunzionalizzazione degli spazi di Badel). E’ fondamentale sottolineare come i risultati di un approccio di questo tipo non sono interamente prevedibili: la comunità decide per se stessa e qui la flessibilità programmatica di Coexistence raggiunge il proprio apice. Interventi temporanei, spazi condivisi, attrezzature comuni, laboratori di cultura, arte e artigianato, spazi per movimenti underground, esperimenti per nuove forme d’abitazione e lavoro: questo è il nuovo glossario con cui esplorare le risorse spaziali esistenti in Badel. I capannoni metallici esistenti e i bassi fabbricati in mattoni si trasformano in incubatori sociali, le fondamenta su cui costruire una rinnovata coscienza della dimensione collettiva e pubblica di Badel, verso una nuova coesione sociale.

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In questo caso, il ruolo del Comune di Zagabria è quello di garante dei diritti civili di base che non sono scontati in uno sviluppo urbano bottom_up (dove non vi è proprietà privata). Non esiste una fase finale in un processo di sviluppo condiviso e partecipazione aperta: il continuo cambiamento delle condizioni sociali e spaziali della comunità permette diversi usi temporanei delle superfici del lotto ed ha come obiettivo dichiarato il raggiungimento della massima flessibilità ed adattabilità funzionale e programmatica (e questa è anche la ragione per cui le funzioni delineate nelle strategie bottom_up sono assolutamente indicative, in quanto ciò che conta è l’esistenza di una strutura che possa accomodare diverse attività con cambiamenti minimi). Un virtuoso “effetto loop”.

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Programma

Il programma di Coexistence riflette chiaramente un approccio flessibile allo sviluppo urbano, dove le attività del piano terra stabiliscono una relazione diretta e permeabile con gli spazi comuni circostanti.

Le superfici di programma generate dall’approccio top_down accolgono un ampio palinsesto di sedi commerciali (per istituti privati –ex. banche- e uffici professionali), spazi per il tempo libero (ex. la piscina pubblica sul tetto del parcheggio multipiano),  funzioni alberghiere (ex. Badel Hotel), bar e ristoranti, vendita al dettaglio diffusa al piano terra del Parking-Commerce Box e della Gorica Culture Factory. Quest’ultimo contenitore condensa una serie di spazi per diverse produzioni culturali: un teatro con annesso auditorium, spazi per esibizioni, un internet center, etc etc

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Dall’altra parte, per il processo partecipativo bottom_up, si individuano una serie di usi potenziali degli spazi, che vengono suddivisi in due macro-aree distribuite attorno al quartier generale del processo partecipativo (Badel Brain). Ad esempio, il Badel Village rappresenta uno spazio sperimentale in cui esplorare modus vivendi alternativi, con spazi residenziali e di lavoro a stretto contatto: al piano primo si possono facilmente proporre meccanismi per residenze temporanee (stile loft) che sono direttamente collegate al piano terra dove vengono sviluppate attività più comuni, per workshops, per giardini e orti comunitari.

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Infine, la Culture Court rispecchia gli obiettivi della Culture Factory ma con un diverso target sociale: qui, infatti, vengono sviluppati eventi culturali open-source e a basso costo (ex. arte non-mainstream seguendo il modello di sviluppo berlinese per le gallerie d’esposizione). Il piano terra della Culture Court può ospitare degli spazi per la vendita e (re)distribuzione dei prodotti della comunità (ex. mercato delle pulci, mense) che funzionino da filtro tra gli spazi per la produzione e lo spazio pubblico.

Gallery

Credits

  • progetto > PlaC (Alessandro Bua, Ilaria Ariolfo, Andrea Alessio)
  • localizzazione > Zagreb (Croazia)
  • programma > masterplan
  • superficie > 52 ha
  • cronologia > 2012
  • concorso > BADEL SITE redevelopment. Zagreb
  • esito > progetto terzo classificato

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