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La sede centrale della SGAE (Sociedad General de Autores y Editores) a Santiago de Compostela si trova all’interno della proprietà Vista Alegre, un sito privilegiato dalla scala intermedia tra il giardino privato e il parco pubblico, da cui è possibile osservare in un colpo d’occhio lo skyline del centro storico della città.
Il progetto di trasformazione del lotto, firmato dall’architetto giapponese Arata Isozaki, contemplava la costruzione di una serie di edifici accademici, la maggior parte dei quali era già stata costruita. La sede centrale della SGAE, che si trova nel margine occidentale del sito, completa la trasformazione di Vista Alegre, definendone i limiti.
Il concept architettonico incorpora lo spirito della città di Santiago, dotando l’edificio di un’identità singolare, intraprendendo un dialogo con la storia e la memoria del luogo, e stabilendo una stretta relazione con i linguaggi dell’arte contemporanea.
Il programma, che prevede non solo attività sociali per gli autori e gli editori, ma anche un’ampia gamma di attività culturali pubbliche, è organizzato in quattro aree funzionali distribuite su quattro livelli differenti – rispettivamente: Diffusione, Formazione, Area Pubblica e Amministrazione -, accessibili dal giardino e dal fronte stradale. Un totale di tremila metri quadrati costruiti a servizio della città e dei suoi artisti.
La sede centrale della SGAE esprime il suo desiderio di divenire parte del muro perimetrale della proprietà attraverso la sua localizzazione e l’allineamento longitudinale, adattato alla forma del bordo del lotto.
L’edificio mette a confronto tre muri che corrono lungo uno spazio caratterizzato da una varietà di scale costruttive, materiche e percettive. Un muro di pietra che guarda verso il giardino, un muro interno fatto di CDs, e una parete traslucida affacciata sulla strada. Tutti e tre funzionano come filtri per le differenti situazioni urbane in cui si trovano, circoscrivendo e organizzando il programma in strisce funzionali.
Il grande muro di pietra può essere pensato come una scultura monumentale, costruita attraverso la sovrapposizione e ripetizione di ordini preistorici adattati a una composizione rinascimentale spezzata. Le componenti in pietra grigia Mondariz si presentano in una delle loro forme più pure, come conci irregolari dalla geometria e dimensione variabili, selezionati direttamente tra gli scarti di cava, e ordinati in fasce permeabili che manipolano la luce solare, frammentandola verso l’interno.
Tale contenuto scultoreo produce la disintegrazione dell’edificio propriamente detto, superando la pura dimensione simbolica e funzionale all’interno della proprietà Vista Alegre: l’edificio prende coscienza del luogo e si integra con esso; si erge come un fondale rappresentativo del sito in cui si trova.
Il muro di CD interno è una superficie piana collocata tra gli elementi curvi esterni: il muro di pietra e il muro di vetro. Rappresenta la corda disegnata dall’arco descritto dai due muri, e conferisce scala dimensionale allo spazio racchiuso tra essi. La sua composizione e qualità materica la fanno assomigliare a un’imponente finestra di vetro colorato dotata di differenti gradi di trasparenza: un muro fatto di colore e luce, in chiaro contrasto con la natura del muro di pietra che la fronteggia.
Il muro di vetro traslucido offre una facciata discreta al fronte stradale, attraverso il controllo della luce e delle viste verso gli spazi interni, modulato secondo i loro bisogni e attività.
L’edificio si inarca, si allarga e si stringe, grazie all’interazione dei tre elementi, che generano spazi fluidi e multivalenti, come il percorso porticato definito dal muro di pietra e dal muro di CD: uno spazio che radica l’edificio direttamente nella città di Santiago. Camminando al suo interno, il visitatore prova un effetto di compressione spaziale verso il centro, dove si trova l’ingresso principale dell’edificio, e una progressiva espansione verso gli estremi, dove lo spazio si apre verso il paesaggio e lo inquadra, generando due punti di vista.
L’edificio diventa una strada, uno spazio urbano all’interno di un giardino, che riattiva il sito in cui si trova, apportando vitalità e dinamismo all’atmosfera. E diventa anche un muro di pietra, confine e fondale allo stesso tempo, che racchiude il giardino e fa evolvere l’uso di un materiale tipico del luogo: la pietra.
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