In questa occasione il progetto di UdA sviluppato da Andrea Marcante e Adelaide Testa vuole come la favola agire a livello inconscio, inconsapevole ed è per questo che trae ispirazione da quella che è la fiaba per eccellenza, Capuccetto Rosso.
“………….. proprio sotto le tre querce, là c’è la sua casetta….” la casetta che nel racconto ospita la nonna, nel progetto diventa elemento centrale e distributivo degli spazi, luogo di mezzo sospeso tra il separare e l’unire, che nel suo rivestimento in legno serigrafato di rosso squillante diviene lupo che con la sua perversione e la sua espressione sfacciata ricorda che sempre la tragedia può tramutarsi in farsa mentre i graffiti sul muro del soggiorno sono lì ad indicarcelo, come molli graffi sulla superficie della città attraversata da flaneurs imbelli.
Gli altri arredi bianchi che da lì partono sono la città, al di là delle finestre, la ville lumiere piccolo luogo di incanto con quell’aria anche vagamente civettuola che oltralpe è sentimento diffuso eppure, tuttavia, qualcosa rimanda ad una inquietudine della quotidianità che il progetto tenta di catturare ed esprimere attraverso le sue scelte spaziali e materiali come se la fanciulla dal mantello rosso invece del solito bosco dalle pericolose traiettorie si ritrovasse da subito nell’incerta penombra di un rifugio domestico.
Il vero incontro con il lupo, cappuccetto rosso effettivamente ce l’ha all’interno delle mura domestiche nella casa della nonna. Il luogo più pericoloso alla fine è proprio quello più rassicurante. Il vaso da cui fuoriescono tutti i nostri incubi più oscuri, lo specchio in cui ci riflettiamo e scrutiamo il nostro doppio con sottile inquietudine è proprio il luogo cui affidiamo l’accoglienza del nostro spirito: la casa.
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