Pur essendo di altissima potenzialità paesaggistica e urbana, il pendio sud-est della collina del Castello di Rivoli era rimasto senza identità propria, che valorizzi queste caratteristiche, una zona di passaggio, risultato della demolizione di un intero quartiere e successivo rinterro all’inizio del ‘700 che doveva ingrandire la collina per il nuovo castello juvarriano incompleto e per dar spazio ai terrazzamenti del giardino monumentale mai iniziato. Trasformare questo interstizio tra il castello e il centro storico di Rivoli in uno spazio fruibile, sviluppando i potenziali percettivi, storici e naturalistici, integrandone un sistema di connessione per scale mobili, questo era il compito del progetto realizzato.
Chiuse le strette stradine trafficatissime, riusate come strade pedonali, il pendio viene interpretato nella sua qualità più elementare – la sua generosa esposizione al sud – come frutteto urbano, facendo sì che il carattere quasi rurale dell‘antica città di Rivoli (ri)conquisti i versanti della collina e rievochi la memoria dei frutteti ai piedi dei Prealpi dove radicava la formazione del regno di Piemonte.
Nella scarpata così riqualificata il progetto dispone nuove connessioni e spazi di sosta.
Il percorso più importante, la risalita meccanizzata, è articolato in tratti ritmati che in parte accogliano scale e rampe mobili, spazi maggiormente coperti, tagliati ed integrati fisica- e percettivamente nella collina: gallerie e fessure, cave e terrazze, logge, scale e rampe.
Salita e discesa percorrano sequenze distinte rincontrandosi in alto ed in basso nei spazi d’ingresso, componendo cosi la notazione di un “Reigen” (girotondo) iscritta nella scarpata con elementi che formano segni sottili per la nuova e sempre contrastata relazione tra città e castello, presentandosi alla vista solo in zone precisamente limitate o puntualmente sporgendo dal terreno come oggetti di piccola scala.
In basso la collina si apre ampliando così la stradina dietro il convento della Vecchia Collegiata.
In alto una loggia sporgente apre una vista orizzontale sul vasto piano di Torino e crea dall’altro lato la minima distanza necessaria per avere una percezione integra del castello incompiuto.
Come dispositivi di percezione i distinti tratti ed elementi si riferiscono a determinati segni e frammenti del paesaggio e della città: torri e campanili, colline e cime, intrecci di tetti, assi e viali…
I materiali del progetto, cemento armato chiaro e rosso, acciaio corten ossidato, pietra calcarea chiara in varie tonalità, pietrame, ciottoli e terra stabilizzata, presentano una conversazione tattile e cromatica con le preesistenze architettoniche nella vicinanza e con la vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea della scarpata.
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Un’idea ottima. Si realizza così, finalmente, un legame più congegnale per chi vuol visitare il Castello,godere di una piazza bella e panoramica,e poi scendere con tranquillità, verso il centro città.