La progettazione di una stazione di servizio costituisce un forte rimando all’idea del viaggio, di itinerari di breve o lunga distanza interrotti soltanto da alcune soste per poi riprendere la strada. Una pausa per il rifornimento, o soltanto per sgranchire un po’ le gambe prima di rimettersi in viaggio.
Con la stessa continuità, la stazione di servizio si distacca dall’asfalto come un nastro di strada con il motore e avvolgendosi su se stesso, crea un volume per ospitare temporaneamente il viaggiatore.
Il nastro riaffonda poi nel terreno per continuare verso altre destinazioni.
L’architettura della stazione di servizio, concepita solitamente come mero come supporto alla funzione, acquisisce così una forma.
La scocca in calcestruzzo armato, gettato fluidificato in apposite casseforme, è chiusa da pareti di crsitallo.
All’interno si distribuiscono l’ufficio del gestore e un self service, separati dal blocco bagni in posizione centrale. Sul prospetto posteriore il blocco in acciaio rosso si stacca dalla scocca ed un lupo ululante, illuminato nella notte, richiama l’attenzione per i bisogni più urgenti
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