Che cosa si ricorda dopo una visita a Villa della Regina? L’architettura o i giardini? E’ difficile trovare una risposta. Forse è impossibile, visto il dialogo così intenso, costruito ad arte, tra il protagonista vegetale e quello di pietra. E’ un dialogo fitto, nel quale è difficile inserirsi, forse addirittura ‘sbagliato’. Per cui conviene restare in disparte, ad ascoltare. Mimetizzarsi con i crinali coperti di vigne facendo accenni sobri e maliziosi, come quelli che hanno una propria versione dei fatti, ma aspettano di essere interrogati per raccontarla.
Il nostro progetto prende vita dall’analisi approfondita del sito preferendo un intervento “mimetico” e privilegiando l’integrazione tra edificio e contesto naturale. L’obbiettivo è smaterializzarne i contorni del costruito per creare un rapporto diretto tra architettura e paesaggio, tra sensazioni ed emozioni.
La facciata sud del nostro edificio è caratterizzata da una sequenza lineare di vasi “intrecciati”che risultano distanziati tra di loro in modo da lasciare filtrare la luce. Questi vasi contengono varie piante rampicanti che costituiscono una sorta di barriera naturale, uno schermo vero e proprio capace di filtrare i raggi solari verso l’interno. La suggestione è quella dell’intreccio dei “treillage” (strutture a graticcio per la coltivazione dei rampicanti) ed in particolare dai cordoli in salice o in nocciolo che nei giardini vengono utilizzate per delimitare zone, bordare aiuole, realizzare orti, evidenziare una pianta o semplicemente per contenere il terreno di piccole pendenze.
Il desiderio di trovare risposte per una profonda integrazione tra artificio e natura rappresenta una delle novità più significative dell’attuale panorama architettonico. Tali sperimentazioni pongono in particolare l’accento sul tema del verde verticale che mostra inaspettate opportunità non solo nella ricerca di una nuova estetica, ma anche nel rispetto delle esigenze funzionali legate al risparmio energetico.
Il tutto nel ricordo dell’architettura barocca, architettura narrativa, e studiando con attenzione la successione e il concatenarsi degli spazi. Lo spazio disegnato risulta così fortemente teatrale e muovendosi al suo interno scopriamo espedienti fatti per sorprendere il visitatore e suscitare la piu’ barocca delle sensazioni: la meraviglia.
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