Si tratta di una piccola casa unifamiliare progettata per mio fratello e la sua famiglia ad Orsara di Puglia. Il progetto è frutto di un intenso rapporto di collaborazione tra committente e progettista (o più correttamente di lunghe lotte e discussioni tra fratelli).
Si tratta di un volume molto semplice: un cubo bianco di dieci metri di lato, scavato nel suo volume iniziale; squadrato, geometrico, apparentemente astratto, ma in realtà simile a tante architetture del paesaggio circostante. Un volume semplice, elementare, in contrapposizione alle complesse ed articolate case circostanti.
La casa, raggiungibile attraverso una lunga rampa pedonale, poggia su di un alto basamento rivestito in pietra di Trani. Una loggia a tutta altezza precede l’ingresso all’abitazione, il cui piano terra si apre, attraverso grosse vetrate scorrevoli, sul giardino circostante. Il primo piano, molto più chiuso e compatto, ospita le camere da letto.
Il progetto cerca di reinterpretare, in chiave moderna, alcuni elementi tipici dell’architettura locale: come il muro in pietra a secco della campagna barese, o le candide case bianche finite a calce, di molti centri storici pugliesi.
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