Risanamento conservativo, consolidamento e rifunzionalizzazione di piccolo condominio residenziale in galleria d’arte contemporanea.
All’interno si passa da un piano all’altro con una stretta scala a chiocciola. Da fuori svettano sette piani di un palazzo in bilico, incredibilmente pendenti. Piani che, però, lungo l’arco di un secolo e mezzo hanno resistito, nell’ordine, a esplosioni, un terremoto e pesanti bombardamenti aerei. Oltre ad aver sempre tenuto duro alle previsioni di crollo, incombenti sin dalla nascita. Si tratta di Casa Scaccabarozzi, costruita quasi in centro a Torino da Alessandro Antonelli nel 1840. Oggi l’edificio è chiamato Fetta di Polenta, a causa del colore ocra e dell’incredibile sottigliezza dell’edificio. Con oltre 27 metri d’altezza, il palazzo si sviluppa insistendo su una struttura trapezoidale-triangolare, dall’esistenza risucchiata. Il lato d’ingresso, infatti, lungo 16 metri, si trova su via Giulia di Barolo; il lato largo, invece, s’affaccia su corso San Maurizio per appena 4 metri; per finire, con la parete opposta a quella del corso, l’edificio si chiude con soli 57 centimetri di spessore.
Oggi, grazie all’intervento dello studio di architettura Civico13, la leggendaria Fetta di Polenta è completamente ristrutturata. Il palazzo sarà la nuova sede della Galleria Franco Noero, che impianterà la propria attività su nove piani espositivi (due interrati e sette sopra il piano stradale).
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