Parco Dora

© Sisto Giriodi

La parabola della zona produttiva di Torino fiorita a fine Ottocento lungo i fiumi della città si conclude negli anni Ottanta con la dismissione della quasi totalità delle fabbriche. Tra queste, in Borgo Dora, la Michelin, al centro di un vasto progetto di riqualificazione urbana.

Al cuore del progetto la grande piazza su due livelli, aperta e, al tempo stesso, da scoprire. È uno spazio che si svela, inedito nella storia di questo non-luogo urbano, passato dalla dimensione distesa delle campagne alla reclusione della fabbrica.

Circoscrivono la piazza un centro commerciale, ristoranti, negozi, una multisala e un’articolazione di edifici destinati a commercio e terziario. Un intenso sistema di collegamenti verticali, ponti, balconate e percorsi pedonali verdi permette di percorrere lo spazio a vari livelli e lungo diversi assi, mettendo in comunicazione la piazza con il parco della Dora e la città.

Il progetto inverte la tipologia prevalente dei centri commerciali, chiusa e artificiale, introducendo un nuovo grado di libertà e criticità nel rapporto con lo spazio commerciale e della città. L’area è un “organismo” di edifici diversi, in cui ogni volume ha una funzione, ma con rimandi reciproci nel disegno puro dei volumi e nei materiali.

Seppure in un linguaggio omogeneo, ogni edificio è “eccezionale” perché autonomamente caratterizzato dall’uso del materiale. Esemplare, in tal senso, il cubo nell’angolo sud-est, interamente vetrato e non allineato alle vie, che sbilancia verso il margine esterno la centralità della piazza. Alla regolarità della facciata si sovrappone una trama serigrafata che fa vibrare la superficie, creando trasparenze e riflessioni. Mentre nella multisala la trasparenza fredda del vetro è in contrasto con l’opacità morbida del fibrocemento. Il quasi nero del materiale evoca le vecchie scatole ottiche, come se l’edificio stesso fosse uno strumento di proiezione. La grande vetrata permette di vedere il foyer e i volumi delle sale dalla piazza ed è un punto di osservazione privilegiato sulla vita del quartiere.

Gallery

Credits

  • progetto > Studio Granma (Marco Bosio, Natalia Rosso), Promo.ge.co (Claudio La Montagna, Antonio Audo), SCAU (Aymeric Zublena); con Maria Baralis, Massimo Camasso, Angelo Franciscono, Andrea Lace, Marta Levi
  • localizzazione > via Livorno 51, Torino
  • tipologia > complesso multifunzionale (produttivo avanzato, terziario, commerciale, ristorazione)
  • cronologia > 1995 – 2003
  • superficie > 38.620 mq
  • crediti fotografici > Sisto Giriodi, Michele D’Ottavio, Studio Granma

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