Le linee guida del progetto sono state tese a salvaguardare la struttura della tettoia e i magazzini con i loro portoni autentici, entrambi risalenti ai primi anni del novecento e protetti dalla sovrintendenza per le belle arti. L’intento di questo recupero è stato quello di creare una struttura che si fondesse con il parco e si integrasse armoniosamente al genius loci con le sue differenti tipologie architettoniche. Il risultato è un progetto che insiste sulla “pelle” degli edifici, coperti da un manto di vetro e corten: materiali che sottolineano la novità dell’intervento su una struttura preesistente. Una suggestione importante è stata la serra, struttura leggera e temporanea che permette di legare l’idea di circo nomade con quella di “Casa del Teatro di Strada e del Circo Contemporaneo“.
Il sistema costruttivo della copertura ha una doppia funzione: struttura per il tetto e macchina circense per i vari esercizi; il risultato è dunque uno spazio di studio immerso nella quiete del parco e in costante dialogo con gli elementi che lo circondano. Il progetto a livello distributivo si articola in una interrelazione tra funzioni proprie dell’attività che si è insediata e la tipologia propria dei fabbricati che le ospitano. Trattandosi di due fabbricati le funzioni al loro interno, tra loro strettamente connesse, si articolano all’interno del primo fabbricato, che per comodità chiameremo semplicemente A, nei seguenti locali: una sala prove di complessivi 85 mq al piano terreno, in una sala studenti al piano soppalcato di 36 mq, e annessi servizi igienici al piano terreno. Cucina, magazzino per un totale di 24,00 mq e relativi servizi igienici per il personale. Due sale mensa per un totale di 67 mq e relativi servizi igienici per il pubblico. Due uffici per un totale di 50 mq e un locale per il deposito attrezzature circensi di 47 mq. Il confrontante Fabbricato che chiameremo B ospita i seguenti locali: Sala prove di 198 mq con relativi servizi igienici e spogliatoi. Al primo piano ufficio talvolta utilizzabile come cabina regia e sala archivio e documentazione.
Alla fine del 2009 è stata realizzata una struttura temporanea a supporto delle sale prova interne alla “Casa del teatro di strada e del circo contemporaneo”: un nuovo padiglione temporaneo all’interno della corte che ospita la scuola per attività circensi. L’intenzione progettuale è stata quella di costruire un luogo che sia in grado di strutturare ed orientare lo spazio circostante. Un luogo contemporaneo in grado di durare nel tempo ma effimero in quanto edificio temporaneo, un edificio che permetta allo stesso tempo sedentarietà e mobilità. La filosofia progettuale, che ha portato alla concezione dell’edificio permanente, non differisce da quella che guida il progetto dell’edificio temporaneo. Compattezza volumetrica, buon orientamento, ventilazione naturale, rapporto dinamico con l’intorno, separazione tra struttura portante e rivestimento, semplicità costruttiva sono caratteristiche che contraddistinguono anche questo edificio. L’edificio consta di un volume principale, delle dimensioni planimetriche di 8,10 x 11,90 mt che contiene un unico ambiente polifunzionale, un luogo delle relazioni, aperto ad una pluralità di usi facilmente trasformabile e suddivisibile. Il padiglione è stato progettato tenendo conto della possibilità di essere rimontato in un contesto differente e con una destinazione diversa. Sulla scorta di queste riflessioni in nuovo padiglione tenta, dunque, di definire un sistema attraverso una serie di relazioni tra volumi edilizi (edifici esistenti e padiglione temporaneo) e spazi aperti (il cortile) ricreando idealmente un luogo urbano all’interno del parco. Una griglia geometrica, la cui origine è fissata dall’edificio permanente, struttura lo spazio e determina la posizione del padiglione temporaneo. Questo, collocato ortogonalmente al corpo principale, ed arretrato rispetto al muro di cinta a nord, definisce una corte che può essere utilizzata durante il periodo estivo come estensione e prolungamento degli spazi interni. Il disegno delle facciate è determinato dalla distribuzione delle aperture e dalla loro dimensione in rapporto con le parti opache, cercando di coniugare l’esigenza di mettere in relazione gli spazi interni con lo spazio circostante, con la volontà di sfruttare al massimo gli apporti solari durante il periodo invernale. Aperte e trasparenti, le facciate sud-est e nord-ovest, caratterizzate da un grande serramento a tutta altezza la cui suddivisione riprende la modularità utilizzata nella disposizione delle lastre in acciaio corten dell’edificio “B”, si contrappongono alle altre facciate, in cui non ci sono aperture.
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