© Camerana&Partners
Una chiesa, due particolarita’. E’ l’ultima in ordine di tempo sotto la Mole dopo il complesso del Santo Volto, consacrato a dicembre 2006. Si tratta della prima «chiesa riconvertibile»: luogo di culto e, all’occorrenza, sala incontro. Il progetto, firmato dall’architetto Benedetto Camerana, e’ ancora sulla carta ma promette gia’ di stupire. Il fatto che la struttura sia destinata a sorgere nel cuore del Sermig, l’Arsenale della Pace fondato da Ernesto Olivero, la carica di significati storici, urbanistici, sociali e religiosi in una zona multi religiosa e multi culturale. La disponibilita’ gia’ manifestata da molti cittadini comuni a contribuire al finanziamento (700 mila euro) rafforza la valenza non solo architettonica dell’opera. Come ricorda Camerana, la sfida e’ stata lanciata un anno e mezzo fa su richiesta dell’infaticabile Olivero. Obiettivo: dotare la «cittadella» di Borgo Dora di uno spazio piu’ capiente dell’attuale cappella. La scelta e’ caduta sul vecchio opificio industriale in mattoni all’interno del Sermig, coperto da grandi «shed» con le vetrate rivolte a nord. «Da qui l’idea – spiega l’architetto -: trasformare l’opificio in una chiesa che possa tornare, con un mutamento rapido, ad essere uno spazio per incontri sui temi della pace, del dialogo e del rispetto». In linea con lo spirito del Sermig. Come? Modellando la superficie tramite un velario bianco sospeso alla copertura: con le vetrate dei finestroni rivestite da tende oscuranti il telo nasconde la struttura industriale del tetto. Lo spazio, che ricalca un triangolo equilatero, si articola su tre cupole. Quella principale sara’ attraversata da una sorta di cannocchiale: l’11 aprile di ogni anno, alle 4 del pomeriggio (anniversario dell’apertura del Sermig), proiettera’ un raggio di luce solare sull’altare sottostante. Sara’ un altare «metallico», ricavato da vecchi componenti sopravvissuti all’attivita’ dell’ex-Arsenale militare. Quando la sala sara’ destinata agli incontri, bastera’ aprire le tende oscuranti e lo spazio originario, caratterizzato dalla struttura industriale, riapparira’ come per magia. In sintesi, tutto si gioca sulla capacita’ di modulare la luce naturale per scomporre e ricomporre i volumi esistenti. Parte delle superfici sara’ trattata con vernici fluorescenti. Per dirla con Olivero, emozionato dalla nuova avventura, «sara’ un luogo di incontro delle diversita’ nel silenzio e nella preghiera». La nuova chiesa, intitolata a «Maria Regina della Pace», si sviluppa su una superficie di circa 1.500 metri quadrati e potra’ ospitare 400 persone. Il progetto, approvato dal cardinale Severino Poletto, e’ stato sottoposto al Pontefice. Come si premetteva, i grandi sponsor – Compagnia di Sanpaolo, Fondazione Crt, Regione, Ministero -, saranno affiancati dai privati. Ad oggi sono stati raccolti 175 mila euro (5 mila offerti dall’Arcivescovado), ma l’obiettivo e’ puntare anche su donazioni libere basate su cifre piu’ modeste. L’avvio del cantiere coincidera’ con l’Ostensione della Sindone.
(Alessandro Mondo, La Stampa, 03/12/2009)
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