Il progetto collega due importanti aree del centro di Settimo attraverso la definizione di spazi pubblici e privati che si comprimono e dilatano, scandendo il passaggio da e verso l’area pedonale, vero cuore pulsante della cittadina.
I due edifici in cui si articola l’intervento giocano assieme per creare un ambiente urbano capace di conservare la scala dell’esistente, senza rinunciare alla possibilità di produrre spazi e volumi contemporanei in grado di sorprendere il passante.
La casa che si affaccia su Via Italia contrappone al restauro filologico della facciata principale un interno cortile caratterizzato da un imponente vano scala e da una balconata, interamente realizzati con struttura metallica e verniciati di colore bianco. Il distacco inequivocabile tra il linguaggio della struttura originaria rispetto a questi elementi architettonici è bilanciato dalla loro funzione di connessione con l’altro edificio, che non indulge ad alcun atteggiamento vernacolare.
L’estraneità al contesto che caratterizza il secondo edificio da un punto di vista compositivo e formale si radica nel luogo attraverso l’uso di materiali tradizionali, reinterpretati giocando sulle tecniche costruttive. L’immagine urbana con cui l’edificio si affaccia sulla piazza nuova, inserita in un contesto eterogeneo e disordinato, ne dichiara quindi l’autonomia rispetto al centro storico adiacente e caratterizza l’intero ambito.
Molti si chiedono ancora se il comune e la commissione edilizia sapessero dell’uso “impuro” del mattone della facciata. La risposta è: no, perché al tempo non lo sapevamo neanche noi.
Gallery
Credits
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
avevo visto questa realizzazione e mi era piaciuta molto
le foto non rendono l’idea ma l’uso del mattone in facciata è fantastico
complimenti
vi segnalo un post che ho scritto su Settimo traendo spunto da un documetario di Gabriele Vacis
http://www.amatelarchitettura.com/2010/02/uno-scampolo-di-paradiso/
ciao