Lavazza riparte da Torino

Piano da 130 milioni per accorpare tutti gli uffici sull’area ex Enel

L’obiettivo e’ ambizioso: accorpare gli uffici direzionali su un’unica area, trasformando un’operazione immobiliare in una straordinaria occasione di riqualificazione urbana. L’iniziativa rimanda a un marchio storico, stranoto sotto la Mole e ormai conosciuto in novanta Paesi del mondo: quello della Lavazza. Un nome che evoca le fragranze del caffe’ in tutte le sue declinazioni.

Ieri mattina, durante l’incontro in Comune con il sindaco Chiamparino e il vicesindaco Dealessandri, i rappresentanti dell’azienda hanno illustrato le coordinate del progetto che si tradurra’ nella nascita del quartier generale torinese della Lavazza nell’area ex-Enel di via Bologna. La portata dell’intervento e’ resa dai numeri: 30 mila metri quadrati compresi tra le vie Bologna, Pisa, Ancona, Largo Brescia e corso Palermo; 130 milioni di investimento. Qui aveva sede la prima centrale Enel di trasformazione servizi, caratterizzata dall’elegante palazzina detta «la cattedrale». Qui Lavazza, d’intesa con il Comune, riorganizzera’ gli uffici oggi distribuiti in corso Novara 59 e in Via Tollegno 16 e 22. Nel 2014, quando la nuova cittadella diventera’ operativa, ospitera’ 500 persone.

La decisione e’ la cartina di tornasole dell’ottimo stato di salute di un marchio che affronta la crisi a vele spiegate. Un dato su tutti: il bilancio 2008 del Gruppo registra ricavi netti per un miliardo 121 milioni, con un aumento dell’8,7 per cento rispetto all’esercizio precedente. Uffici ma non solo. Come spiegano Alessandro Lorenzi e Paolo Corradini, direttore centrale corporate e direttore delle relazioni istituzionali, la superficie rimasta libera – circa il 40 per cento – ospitera’ spazi residenziali, commerciali e di servizi pubblici e privati, oltre ad una serie di parcheggi interrati. In prospettiva il nuovo polo direzionale potrebbe essere inserito nei circuiti turistici cittadini: un precedente illustre e’ la sede della «Guinness» a Dublino.

Non a caso, la scelta della nuova area – l’88 per cento di proprieta’ Enel e il 12 per cento di proprieta’ del Comune – e’ maturata dopo un’attenta valutazione, seguita all’esame di una ventina di siti disponibili. Il quadrilatero, orientato verso gli stabilimenti produttivi dell’azienda, e’ incastonato in un’area ad alto tasso di trasformazione urbanistica che permettera’ un interscambio con il resto della citta’. Nella migliore tradizione dei nuovi insediamenti ad uso uffici, la cittadella torinese della Lavazza sara’ all’insegna della sostenibilita’ ambientale.

Lavori in corso sulla progettazione. L’idea e’ quella di un concorso di idee tra professionisti per ridisegnare lo spazio disponibile, valorizzando «la cattedrale» (dovrebbe trovarvi spazio il Museo storico della Lavazza) e ricostruendo ex novo sulla restante superficie. La rosa degli architetti, in fase di individuazione, comprendera’ non tanto le «archistar» quanto giovani professionisti di alto profilo. Soddisfatto il sindaco: «La localizzazione, che e’ strategica, permettera’ di riconvertire un’importante area dismessa». «Vogliamo mostrare ancora una volta il forte legame con la citta’ e la volonta’ di investire sul territorio», ha commentato il presidente Alberto Lavazza.

Ieri l’incontro in Comune, preceduto da quello tra il vicesindaco e le organizzazioni sindacali. Nell’occasione, ha spiegato Dealessandri, e’ stato affrontato il tema dello stabilimento Lavazza a Settimo in termini di efficienza e di prospettive industriali. La palazzina che oggi ospita la Direzione Acquisti sara’ ristrutturata in vista di una nuova destinazione d’uso: vi trovera’ sede il nuovo centro per l’Innovazione.

(Alessandro Mondo, La Stampa, 22/10/2009)