Si è così sviluppata l’idea di una architettura mimetica, percepibile attraverso angoli visuali profondamente diversi. E’ il rapporto tra artificio e natura, ogni nuovo edificio è una riduzione delle potenzialità di un luogo. Ogni nuova architettura si sovrappone al preesistente e ne modifica le caratteristiche. L’artificialità della nuova costruzione si esprime in forma mimetica, dominante è l’approccio dall’esterno caratterizzato dall’accesso alla casa dall’alto; dal tetto piano che diviene l’unico elemento percepibile dalla strada e che con la sua linea di orizzonte domina e ridefinisce il paesaggio sottostante.
Tuttavia questa geometria che sembra volersi imporre sulla realtà viene invece contaminata e assume su di sé, sulla propria pelle, i caratteri di incertezza e mutevolezza che la circondano. La realtà è una texture, il rivestimento esterno dell’edificio diventa un mosaico, una trama astratta e al tempo stesso familiare: la trama del lavoro dell’uomo che ha trasformato la natura del paesaggio. All’interno gli spazi si dispongono e si organizzano attorno al rapporto tra l’uomo e l’ambiente immediatamente circostante, tra la casa ed il terreno in cui è inserita.
Un’attenzione all’inserimento ambientale ed alla confortevolezza che partendo dal più generale procede anche verso una scelta di soluzioni tecniche specifiche: facciate e coperture ventilate, integrazione dell’impianto termico con sonde geotermiche, sistema di ricambio dell’aria tramite ventilazione naturale operata mediante condotti interrati; soluzioni che identificano l’edificio come un sistema complesso ed integrato di tecnologia, qualità materiche e forma.
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