Sono gli olandesi di Foruminvest, società immobiliare che ha già realizzato una quarantina di centri commerciali in Belgio, Francia, Italia e nei Pesi Bassi dov’è nata nel 1987, a trattare la ristrutturazione del Palazzo del Lavoro di Italia ‘61 di proprietà della società Pentagramma, controllata da Fintecna e dalla torinese Gefim. Trattative già a buon punto e che riceveranno ulteriore impulso dalla variante urbanistica che la Commissione comunale, presieduta da Piera Levi Montalcini, ha liberato ieri per la Sala Rossa. Variante illustrata dall’assessore Mario Viano e dalla direttrice dell’Urbanistica Paola Virano e che indica le caratteristiche che dovrà avere il nuovo Palazzo del Lavoro, uno dei capolavori di Nervi. Non solo, il documento detta anche le condizioni alle quali dovrà sottostare chi s’imbarcherà nella trasformazione dalla quale nascerà una «galleria commerciale naturale» il cui costo si aggira attorno ai 130 milioni di euro.
Oltre alla ristrutturazione del prestigioso edificio che sorge all’ingresso Sud di Torino e che ambisce a tornare ad essere un simbolo della città entro il 2011, anniversario dell’Unità d’Italia, la «Pentagramma» dovrà infatti acquistare – spesa prevista, 3,7 milioni di euro, 1 dei quali già versato alle casse comunali – i 34.500 mq di aree verdi che circondano l’edificio. Aree oggi vietate ai torinesi da cancellate arrugginite e dove, sottoterra, i nuovi proprietari dovranno impegnarsi a realizzare circa 31 mila mq di parcheggi che, uniti agli esistenti, doteranno l’edificio di circa 10 mila posti auto. Parcheggi che il Comune potrà poi dare in concessione. Va da sè che in superficie dovrà essere ripristinato il manto erboso su uno strato di terra che non dovrà essere inferiore al metro e mezzo di spessore per permettere la ripiantumazione di 160 piante, lo stesso numero di quelle oggi esistenti che saranno trasferite altrove e sostituite con varietà meno esotiche «che saranno scelte dal Verde pubblico», ha proposto la presidente Montalcini. Misure adottate anche dopo le preoccupazioni sollevate da Monica Cerutti e Cugusi di Sd.
L’area verde diventerà un’area pubblica così come il progetto di ristrutturazione, sfruttando l’immenso spazio del Palazzo del Lavoro, creerà al centro della galleria commerciale che si svilupperà su due piani una sorta di piazza collegata con l’esterno da quattro strade che porteranno verso i quattro punti cardinali. L’ingresso sarà su via Ventimiglia e nelle direttive del Comune la superficie complessiva destinata alle attività commerciali sarà di circa 28 mila mq che saranno utilizzati per realizzare 105 negozi cosiddetti di vicinato, 14 medie strutture di vendita e 16 pubblici esercizi. Non più di 1800 mq, singolarmente o frazionati, «potranno essere destinati alla vendita alimentare – ha precisato la direttrice Paola Virano – che immaginiamo sarà di alto rango».
Ecco, all’interno dell’edificio progettato da Nervi e inaugurato il 6 aprile del 1961 – la stessa data che la proprietà sogna di bissare, ma spostata nel 2011, con l’opera rinnovata – dovrebbe nascere una galleria commerciale ricca di negozi monomarca, paragonabile alla milanese Rinascente Duomo alla quale i progettisti non fanno mistero di volersi ispirare. Ieri gli architetti dello studio Amati, in Comune, a un anno e mezzo dalla presentazione del piano di riqualificazione dell’ex Alenia, hanno nuovamente illustrato quel progetto che cambierà nei prossimi anni il volto urbanistico dell’area tra corso Francia e corso Marche. A quell’incrocio sorgerà una torre che potrà ospitare al suo interno un albergo e locali adatti ad accogliere uffici di grandi società. Alta 100 metri, diventerà il simbolo del quartiere.
(Beppe Minello, Emanuela Minucci, La Stampa, 23/07/2009)
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