Il nuovo fabbricato, ampliamento della sede di un’azienda leader nel campo delle fibre ottiche, si struttura come entità autonoma, sovrapposta all’attuale copertura piana di cui ne segue il filo sulle due vie pubbliche e prosegue invece libero sul cortile interno, sopravanzando il bordo del tetto ed affacciandosi sulla piccola corte interna.
E’ come un tubo le cui estremità terminano completamente vetrate, rivolte sulla via e sul cortile. L’edificio è come un organismo, un virus estraneo, ma che al tempo riflette il senso di estraniazione che già prima questi luoghi emanavano a causa del tramonto delle loro passate vicende. Si realizza così un confronto con il vuoto inteso come luogo delle possibilità, come spazio e come distanza per la visione-comprensione della realtà. In questo caso l’architettura diviene paesaggio, evoca un’idea di territorio reale e mentale, di superficie, di spazio che si attraversa. L’edificio è sostituzione, ma anche coagulazione di potenzialità prima non manifeste; il paesaggio esistente viene inglobato nel nuovo, le superfici esterne diventano esse stesse un nuovo paesaggio fatto di dissolvenze.
Il progetto concentra la sua attenzione sui tamponamenti esterni del nuovo edificio con lo studio di un sistema particolare di “facciata ventilata” dove le qualità dei materiali contribuiscono alla texture delle superfici e all’interazione della luce. La pelle dell’edificio ha un “derma” come quella umana e acquista spessore e visibilità, diviene la struttura che sostiene e conferisce sostanza alla superficie esterna. L’artificio, il tramite di questa operazione diviene la manipolazione di una tecnologia affermata e semplice quale è il rivestimento di facciata con intercapedine ventilata. Ai pannelli di rivestimento attualmente disponibili sul mercato sono stati sostituiti elementi modulari di diversa taglia in metacrilato opalino agganciati alla struttura sottostante in modo da formare un mosaico di circa 250 elementi che ricopre tutte le superfici ad eccezione delle vetrate terminali.
Questa struttura può consentire nuove funzioni tecnologiche: come collettore solare per l’aria racchiusa nell’intercapedine tra il metacrilato e l’isolante, captata e convogliata all’interno; ospitando celle fotovoltaiche per l’alimentazione del sistema di illuminazione a led della facciata. Si è però soprattutto cercato di far divenire materia la tecnologia attraverso l’interazione con la luce naturale ed artificiale. Le facciate così realizzate acquistano permeabilità e con la luce si modificano in accordo con le qualità del cielo. Il metacrilato lascia intravedere i pannelli isolanti retrostanti che emergono visivamente in superficie e connotano il nuovo edificio come organismo mimetico interposto tra gli edifici sottostanti ed il cielo, tra la città e lo sfondo della collina. La superficie si modifica anche con il variare dell’altezza del sole, infatti i pannelli isolanti sono trattenuti con profili in alluminio che proiettano ombre variabili durante il giorno e le stagioni.
Di notte, i led inseriti nei giunti orizzontali dei pannelli di rivestimento si accendono e pulsano ritmicamente, illuminando in una visione dinamica l’edificio, simbolo della velocità della percezione del mondo contemporaneo.
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